Teatro

A scuola di teatro

Intervista ad una mia grande amica che è anche una grande attrice di teatro!

teatroMi sono chiesta mille volte come facesse la mia amica Tiziana a recitare davanti ad un vasto pubblico di teatro e cosa l’avesse spinta ad imparare l’arte della recitazione.
Chi pensa all’attrice come ad un “mestiere” che può far raggiungere fama e successo, secondo me, non fa molta strada perché si tratta prima di tutto di una passione che nasce da dentro e, nello stesso tempo, di un percorso che porta ad una maggiore consapevolezza di sé mentre si vestono i panni degli svariati personaggi che autori di ieri e di oggi ci hanno voluto regalare. Paradossalmente i grandi attori hanno iniziato quasi per caso, seguendo questa spinta istintiva ed il successo è poi arrivato come effetto collaterale!


Se leggere un libro di letteratura è interessante lo è ancor di più vederne rappresentare la storia; viverla sul palco in prima persona dev’essere davvero emozionante, lo dice una che considerava un incubo pure la recita scolastica! Sicuramente un corso di recitazione potrebbe essere la soluzione migliore per la timidezza, una valida alternativa a pratiche yoga – tranining autogeno – sedute di psicoterapia! Oltre a rafforzare l’autostima può essere utile per allenare la memoria e accrescere la propria cultura e fantasia, il che oggigiorno non è da sottovalutare sia per i grandi che per i piccoli che imparano più facilmente essendo vere e proprie “spugne” del sapere! Credo però che oltre alla passione ci voglia anche un minimo di talento innato per riuscire a trasformarsi in un personaggio “col corpo e con la mente”, poi una buona dose di coraggio ed umiltà per condividere questo magico processo con persone a noi sconosciute più una spiccata capacità di ascolto e di collaborazione perché ogni attore rappresenta un tassello insostituibile ed ogni ruolo è degno di rispetto ed è importante per la buona riuscita finale.
Posso interrogarmi all’infinito ma per non tediarvi oltre lascio la parola alla diretta interessata che ha saputo trasmettermi le sue sensazioni e da qui è arrivata la semplice risposta alle mie domande: segui il cuore ed il resto verrà da sé…

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Finalmente Tiziana mi hai rilasciato un’intervista! (ora però non ti montare la testa eh?!). Il mio augurio è di farne in futuro di più importanti   così  come di continuare sempre a recitare con tale amore e passione!


“Ma tu reciti?”

“Beh, si, ci provo… frequento una scuola”

“Ma come fai a imparare a memoria tutte quelle battute??”

Sempre così iniziano le conversazioni con chi non ha mai recitato. Perché in effetti, non lo sai, se non lo hai mai fatto, che le battute sono l’ultimo dei problemi. Che alla fine non è cosa devi dire, ma il perchè e il quando e il dove e il facendo cosa… e le mani! Le maledette mani e i maledetti piedi che nella vita reale non rappresentano certo una complicazione, non appena inizi a recitare si trasformano in pendici impazzite che si muovono a caso rendendo inverosimile qualsiasi cosa tu stia facendo.

“Dall’azione fisica” mi diceva il mio primo maestro (che preferisce farsi definire somministratore di esercizi mirati) “parti sempre dall’azione fisica, poi viene la parola, per ultima”. Ed è vero, prima impara a far muovere il tuo personaggio, cercando di capire sempre perché fa cosa, poi impara la sua voce, poi impara il suo rapporto con gli altri e poi, alla fine, impara le sue battute e quel punto ti sembreranno l’ultimo dei tuoi problemi.

In questi giorni, stiamo facendo prove su prove per il saggio di fine anno della Scuola di TeatroLieve, #MoltoRumorePerNulla si intitola, molto liberamente tratto dall’opera di William Shakespeare. Il mio personaggio si chiama Ero e non siamo andate subito d’accordo. Proprio non la capivo, se ce l’avessi avuta davanti le avrei detto “Ma perché non ti dai una svegliata?! Reagisci no?!”. C’era una scena in particolare di cui proprio non riuscivo a venire a capo, quella in cui tutti la insultano e la accusano ingiustamente e lei non si difende. Proprio da lì sono partita e mi è stato tutto chiaro.

A me, perché 20 attrici, o aspiranti tali, faranno 20 Ero diverse, anche se avessero lo stesso regista.

Ero mi ha fatto rivivere i miei vent’anni, mi ha riportato le insicurezze che avevo e le paure, mi ha riportato le emozioni forti e i patemi d’animo, mi ha fatto ripensare a tutto il viaggio che mi ha fatto arrivare fino a qui, ad averne 40 di anni e il resto appresso, ho ricordato cose e persone a cui non pensavo da una vita. E tra poco si andrà in scena e poi dovrò salutarla.

Ogni personaggio è così, si porta via una parte di te quando se ne va, ma nel frattempo ti ha aggiunto della vita dentro, una vita che non avresti mai vissuto se non fosse che qualcuno, da qualche parte, ha scritto una storia e delle battute per raccontarla. E allora le impari quelle battute. Senza nessun problema.

Tiziana Favero

Se vi interessa vivere l’esperienza del teatro, come Tiziana, molti spunti interessanti li trovate nella corrispondente pagina Facebook:

https://www.facebook.com/scuolateatrolieve

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