Come sapere se si tratta di intolleranza o allergia?
Articolo pubblicato sul gruppo dell’Associazione Food Blogger (qui in versione integrale) per contribuire alla formazione delle cosiddette Unità (sono dei vademecum che servono a rafforzare il nostro sapere culinario!).
Sono fiera di aver partecipato a questo progetto!
I TEST AFFIDABILI.
COME FUNZIONANO I TEST?
Dopo poco la nascita di mio figlio, vi parlo di 12 anni fa, ho avuto modo di lavorare per qualche anno in uno Studio Nutrizionale, esperienza molto utile per approcciarmi in modo corretto alla dieta e all’universo che gira intorno al benessere alimentare; almeno teoricamente so bene cosa mi fa bene o male, cosa si può mangiare e quante volte a settimana, anche se nella pratica prediligo la dieta mediterranea, quella più salutare e varia, che può essere seguita più a lungo senza troppe limitazioni o sacrifici; questi, per una golosa come me, come credo per tutti, rappresentano un grande ostacolo!
Certo ognuno di noi deve o ha dovuto, anche se solo periodicamente oppure in un determinato momento della propria vita, seguire una dieta per raggiungere un equilibrio per quanto concerne il peso corporeo, tenendo conto di calorie introdotte e loro consumo giornaliero, metabolismo soggettivo e attività fisica; la parte che però viene spesso ignorata o accantonata da chi segue una dieta riguarda troppo spesso il controllo di intolleranze o peggio allergie. Si pensa che certi alimenti possano provocare solo una cattiva digestione, un gonfiore addominale o quei brufoletti in più a cui si dà sempre colpa all’amata cioccolata! Allora cominciamo a procedere a tentoni, eliminiamo alcuni alimenti a caso (di solito quelli che ci piacciono meno!) ma non sappiamo se possiamo reintrodurli nella dieta o se invece abbiamo sbagliato la diagnosi! Per essere sicuri di colpire il bersaglio bisogna affidarsi a test accurati.
In Studio effettuavo quelli sul sangue, che rispetto ad essenze sulla pelle o pendolini magici, non può certo sbagliare: siamo certi che appartiene solo a noi e da esso possiamo avere un quadro di ciò che funziona o no nel nostro organismo per capire quali sono le sostanze in eccesso che dovremo limitare o abolire per un certo periodo. Infatti le intolleranze, a differenza delle allergie, sono frutto di un accumulo alimentare che ci può portare fastidi più o meno accentuati; in base all’intensità di tali sostanze nel sangue lo specialista deciderà di sospendere l’alimento in questione per un certo periodo di tempo oppure solo di limitarne l’assunzione. Per questo dopo circa 3-6 mesi sarà importante ripetere l’esame per verificare la situazione e bilanciare la dieta, se facciamo di testa nostra possiamo incorrere nel problema opposto evitando troppo a lungo un alimento che nelle giuste proporzioni ci fa bene, creando scompensi ed effetti collaterali peggiori. Troppo spesso accade che alcuni pazienti abbiano tolto carne o pesce perfino ai figli solo perché loro sono vegetariani o vegani, affidandosi al gusto personale, agli ideali o alle mode… Questo comportamento è deleterio perché, soprattutto in età dello sviluppo, non puoi togliere le proteine necessarie per i muscoli, gli omega 3 o le vitamine per la concentrazione e per il benessere del cervello, la serotonina e gli zuccheri non raffinati contenuta nei carboidrati, le fibre dei legumi e cereali; ogni alimento insomma contiene princìpi nutritivi e caratteristiche diverse, possono essere buone o cattive a seconda della quantità e della persona che se ne ciba, la dieta è una questione molto soggettiva.
Come funziona questo test? Il principio penso sia rimasto lo stesso, semmai col tempo si saranno evoluti, per cui possiamo utilizzare anche i test che attualmente troviamo in farmacia, dipende però molto da chi li legge, meglio affidarsi ad una persona capace. L’attuazione del test in sé non è difficile: si preleva una goccia di sangue dal dito del paziente e lo si miscela su un piccolo dispositivo, formato da una griglia; attraverso dei reagenti inseriti all’interno di esso con siringhe apposite, avviene la ricerca delle IgE ed IgG4 specifiche, cioè le immunoglobuline che si attivano nel nostro sistema immunitario nel momento in cui una certa sostanza lo “infastidisce”. In base all’intensità del segno (+) che appare nelle varie finestrelle dobbiamo presumere un’intolleranza più o meno grave. Solitamente non si tratta mai di un solo alimento e accade spesso che chi è intollerante alla frutta secca lo sia anche ai crostacei poiché principalmente questi alimenti assieme ad altri come fragole, agrumi, ananas, kiwi, banane, uva, patate, carciofi, piselli, albume d’uovo, cacao, legumi, tè, caffè, bibite alcoliche, contengono istamina, un componente, presente in natura nel nostro corpo, che però è in grado di stuzzicare i neurotrasmettitori e di provocare reazioni allergiche o infiammatorie anche degli organi; i disturbi vanno dal mal di pancia e gonfiore, difficoltà di digestione e diarrea a mal di testa, cefalee, reazioni cutanee e respiratorie. Mai come in questo periodo abbiamo visto come sia importante conoscere lo stato del nostro sistema immunitario!
CLASSI DI ALIMENTI PRESE IN ESAME
Il test di base dà solo un’indicazione sulla classe generalizzata di alimenti: carboidrati, carne, latticini, uova, pesce, frutta secca, pesce e crostacei, frutta, legumi, cereali, solanacee (pomodori, melanzane, patate)… Solo dopo un periodo di dieta formulata apposta per un determinato soggetto si potrà capire di quale alimento specifico si tratta e se l’alimento in questione provoca realmente i fastidi lamentati oppure se si tratta solo di un accumulo senza conseguenze negative. È normale infatti che, soprattutto nei bambini, venga riscontrato un accumulo di lattosio; quanti pediatri lo hanno tolto proprio quando era un alimento che apportava più benefici che danni? Bisogna verificare se questo accumulo esiste solo perché si è ghiotti di latte o latticini (come me) o se si tratta di una reale carenza di lattasi, l’enzima deputato alla digestione del lattosio. Per esempio se, nel mio caso, assumo per troppo tempo tanti latticini arrivo al punto che mi gonfio come un palloncino ma non ho gravi conseguenze per cui so che dovrò evitarli per un periodo o limitarli, magari utilizzando un tipo di latte senza lattosio o integratori specifici. Nel caso che con la semplice dieta abbinata al test di base non si riesca ancora a estrapolare gli alimenti specifici, suggerisco di effettuare il test allergologico in ospedale poiché comprende una gamma più vasta di alimenti, sarà il medico di base a suggerire quali per non doverne considerare un quantitativo enciclopedico! Ad esempio mio figlio ne ha fatti alcuni ed è risultato intollerante al bianco d’uovo, non al tuorlo! Può essere utile per quando gli faccio la carbonara, per il resto odia le frittate! Secondo me il nostro corpo ci parla, sta a noi ascoltarlo nel modo giusto e con i mezzi adeguati.
ALLERGIE: PREVENZIONE E CURA
Se dopo un periodo necessario di abolizione dei suddetti cibi responsabili la nostra intolleranza può attenuarsi o sparire, questo non accade invece nel caso delle allergie che sono in pratica intolleranze croniche, le quali, col tempo o a volte dalla nascita, si sono aggravate al punto da diventare veramente pericolose. Chi è allergico non solo deve evitare i cibi dannosi per non incorrere in episodi gravi ma deve avere sempre con sé medicinali salva-vita, come nel caso di allergie respiratorie acute, tra cui ricordiamo la comune asma provocata da pollini, acari, medicinali o sostanze alimentari oppure dalla celiachia che merita un discorso a parte essendo una vera e propria malattia provocata appunto dal “morbo celiaco”, principalmente di origine genetica; si può diagnosticare tramite kit specifici, simili a quello per le intolleranze spiegato prima. Anche in questo caso il paziente dovrà evitare assolutamente i cibi che contengono glutine (grano, orzo, segale) per non essere sopraffatto da una risposta immunitaria abnorme da parte dei linfociti T che possono danneggiare l’intestino e portare anche ad altri tipi di malattie a carico dello stomaco, secondarie o autoimmunitarie, a causa di un malassorbimento di ferro e vitamine. C’è chi pensa che mangiando kamut al posto del grano si dimagrisca, niente di più sbagliato: il kamut contiene il triplo delle calorie, è un alimento nobile e salutare ma è consigliato principalmente per evitare il glutine!
Un mio parente è allergico all’uovo fin da piccolo e ha sempre dovuto evitarlo non solo come alimento ma perfino il suo profumo poiché sembra che perfino le molecole aeree lo disturbino. Purtroppo è semplice diagnosticare un’allergia grave perché quando la gola, il viso o le labbra si gonfiano e si rischia il soffocamento non esiste altra cura che correre al Pronto Soccorso e farsi iniettare del cortisone o fare una cura con un antistaminico…
Come avete constatato si tratta di un mondo vastissimo all’interno dell’universo alimentare! Per noi food-blogger è importante non ignorarlo, se teniamo al nostro benessere, considerando che, conoscendo i punti deboli del nostro organismo, siamo in grado di curarci o stare bene senza privarci per forza dei nostri cibi preferiti! Non poter preparare dei piatti succulenti perché pensiamo che ci facciano male è una vera tragedia! La dieta non deve assolutamente diventare un’ossessione ma uno stile (sano) di vita.