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L’alimentazione nella prevenzione oncologica

Siamo quello che mangiamo. Sembra una frase fatta, per me non lo è, almeno da quando ho sconfitto la malattia e sto bene, anzi meglio di prima.

Quando sfiori la possibilità di morire ti fai un mucchio di domande e diventi più rispettosa perfino con l’Universo. Certo, continuerà a esistere anche senza di noi, ma che mondo sarà? Oppure no, se ce la mettiamo tutta per distruggerlo. C’è una connessione molto stretta tra quello che mangiamo e il benessere dell’ecosistema, non dobbiamo pensare che il cibo riguardi solo noi e la nostra salute: siamo come pesci in un acquario, se ne muore uno perché inghiottisce veleno, questo si diffonderà nell’ambiente, gli altri pesci, ignari, lo respireranno o lo berranno. Le piante sul fondale faranno la stessa cosa.

Capire certe consequenzialità apre la mente.

Seminario di alimentazione e prevenzione oncologica

Da più di un anno sono entrata a far parte del progetto Diana dell’Istituto Tumori di Milano, che non è solo il nome di una dieta studiata per la prevenzione da Veronesi, prima, e dal dottor Berrino con la dottoressa Villoresi poi. E’ uno studio che si rivolge alle donne che hanno, o hanno avuto, il tumore alla mammella e le controllano tramite invio di esami e controlli fissati nel tempo per avere un’idea di come l’alimentazione e lo stile di vita possa determinare una buona salute oppure portare a delle recidive.

Oggi si è svolto il seminario di alimentazione e prevenzione oncologica a Perugia, ed è ancora in corso. Io sono stata invitata a partecipare alla diretta come ospite e ho assistito per 3 ore al dibattito, in particolar modo è stato il dottor Berrino a evidenziare quanto gli studi effettuati abbiano portato a esiti oggettivi e sicuri. Purtroppo vi sono interessi dietro a scelte economiche che ostacolano la buona informazione, per quanto, ormai, abbiamo capito che ci si può nutrire bene, con prodotti gustosi e di qualità, senza sentirsi privati di tante prelibatezze.

spinaciParlo da food-blogger: ero scettica e sono molto golosa. Ci ho messo un po’ a ridurre il consumo di carne, per quanto mi basta il pollo ogni tanto e non mi lamento; di verdura ne mangiavo ma mai abbastanza, ho scoperto perfino tipologie insolite e, ora, mi rendo conto che non potrei farne a meno. Ognuno può trovare il suo piccolo mondo vegetale preferito, che poi cambia sapore a seconda di come viene cucinato e con cosa viene abbinato.

Di legumi ne mangiavo pochi, pensavo che gonfiassero, ma è solo questione di abitudine. Dovrei evitare le patate (gli amidi), e questo mi dispiace, anche perché se fai un hamburger vegetale, bisogna utilizzare un composto che leghi il tutto. Ho scoperto le batate, quelle con più basso indice glicemico e i sostituivi dello zucchero, quelli naturali tipo sciroppo di agave o zucchero di canna integrale. Importante che i cibi siano integrali, per esempio le farine, cioè non raffinati. Non dico di essere diventata bravissima, cerco di barcamenarmi, puntando sulla qualità. Nei supermercati troviamo prodotti processati con ogni genere di intruglio e pensiamo che siano sani solo perché non contengono carne o zuccheri, invece i conservanti sono il nemico peggiore. A parte che il gusto non è proprio il massimo… Ogni tanto prendo il tofu e lo insaporisco con vari ortaggi. Dalla “mappa geografica dei tumori” si capisce che gli Stati cosiddetti sottosviluppati hanno meno incidenza di tumore: di certo mangiano poco, ma soprattutto non sono soggetti a malattie di questo tipo; non hanno farine raffinate, si nutrono di legumi e cereali, non esiste il cibo-spazzatura. In Cina, in cui consumano sempre soia, non esiste il tumore alla mammella. Sempre se compro senza OGM, basta affidarsi ad aziende controllate, guardate se c’è il marchio.

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Mopur: affettato di soia e farina di lupini

In pratica dovremmo tornare al rispetto della natura, soprattutto a non dipendere da allevamenti intensivi che fanno soffrire gli animali e li sovraccaricano di ormoni e sostanze nocive per l’uomo e l’ambiente. A parte l’incidenza della familiarità so bene del pericolo che arriva dagli animali malnutriti: mio padre era formulista proprio di mucche, suini, cavalli, e fu lui per primo a scrivere nel suo libro (L’alimentazione della vacca da latte) che gli animali, mangiando le ossa di altri bovini, si ammalavano e passavano malattie all’uomo. Lo sbeffeggiarono nei congressi fino alla scoperta del morbo della mucca pazza! Con questo non voglio dire che sono nata vegetariana, in casa mia si mangiava di tutto. Dobbiamo tornare alla cultura del cibo, a pretendere ingredienti di qualità dosando le quantità: se mangio carne o pesce mi basta una volta invece che dieci, ma che siano prodotti di qualità, come una volta. Siamo in troppi sulla Terra? Alla Natura non interessa, dobbiamo sopravvivere senza pretendere che gli animali crescano a dismisura, che non si reggano in piedi, che esplodano (andatevi a vedere i documentari di Netflix a riguardo). Pensavo che il pesce, per esempio il salmone, nuotasse nei fiordi o in vasche grandissime: anche a quello danno da mangiare del mangime che li riempie di grasso (per risultare più rosa agli occhi del consumatore); speravo che avesse, almeno lui, una vita dignitosa. Salmoni, polli e bovini vengono torturati. Quasi inizio a pensare che siano meglio i cacciatori (che non sono i bracconieri!) delle aziende, come i contadini di una volta: può impressionare tirare il collo alla gallina o al coniglio – e non ci riuscirei mai – ma un onnivoro sa quanto buona è la carne “selvatica”. Ci vogliono regole per gestire la piramide alimentare della natura. Se rimaniamo “alla pari” cacciando per nutrirci e non per sport o per guadagno, penso che diventi tutto più tollerabile. Verrebbe da sé che, se non si trova il vitello, ci si accontenta di un pollo e poi, se non ci sarà quello si mangia solo verdura!

E’ un cambiamento che sta avvenendo poco a poco con la consapevolezza che l’impatto umano può essere devastante oppure, se calibrato, può aiutare l’equilibrio tra le specie. Il leone non è cattivo, mangia per vivere e se ci sono più gazzelle la probabilità che scelga quella tipologia di animale è più alta! Insomma, anche noi siamo animali. Siamo dotati di un intelligenza superiore che dobbiamo imparare a usare in maniera etica per non distruggere gli altri animali o l’ambiente; di certo, alcuni di noi sono carenti di intelligenza emotiva…

ECAC – Il codice europeo per la prevenzione dei tumori (2014)

Dopo anni di analisi e studi clinici, oncologi ed epidemiologi hanno pubblicato il questo codice che racchiude 12 punti, le principali regole per la prevenzione.

  • Non fumare
  • Evitare anche il fumo passivo
  • Mantenere un peso corporeo sano
  • Essere fisicamente attivi ogni giorno
  • Avere una dieta sana: cereali integrali, legumi, frutta e verdura. No alimenti ipercalorici e bevande zuccherate. No carne lavorata, limitare carne rossa e cibi troppo salati.
  • Limitare l’alcol
  • Evitare troppo sole, usando la protezione solare, no ai lettini solari
  • Sul posto di lavoro proteggersi da sostanze cancerogene
  • Ridurre livelli di radon in casa
  • Le donne che allattano al seno riducono il rischio di cancro; le terapie ormonali aumentano il rischio di tumori
  • Per i figli: importante la prevenzione con vaccini per epatite B, papillomavirus e screening

 

La prevenzione è fondamentale però avverte che bisogna evitare i raggi nelle bambine: una volta ne facevano anche per controllare la schiena! Dopo i 40 anni non sono più dannosi, quindi fate i controlli di routine perché se si trova all’inizio si cura più facilmente e con cure meno invasive.

Il testosterone, presente nelle pillole ormonali, aumenta a dismisura il cancro. In Francia usano quello naturale: non si può brevettare quindi non costa, e quindi…traete voi le conclusioni. Dai ginecologi italiani non arrivano questi studi per cui ci sono sempre stati consigliati. Perfino per la gravidanza c’è il boom della procreazione assistita quando, nella maggior parte dei casi, basterebbe modificare l’alimentazione.

I cibi raffinati, i dolci e il latte aumentano l’insulina che fa aumentare il testosterone; l’obesità porta al rischio della sindrome metabolica: innalzamento della proteina C reattiva, cioè uno stato infiammatorio generalizzato e duraturo. Può essere innescato dal consumo di troppi grassi idrogenati. Attenzione ai cibi in scatola o conservati, leggere bene le etichette e comunque preferire gli alimenti freschi. Nel mio caso mi è stato proibito il consumo di latte e ho dovuto, con enorme sforzo, rinunciare al dolcetto quotidiano. Non è che vivo come una monaca, quando vado al ristorante mi sfogo, però devo ammettere che, controllandomi durante la settimana, mi sento meglio, sono più attiva e faccio meno fatica a restare in forma. Il latte l’ho sostituito con bevande alla soia e avena, col caffè non si sente la differenza, anzi mi piacciono molto. Il problema è toglierlo nelle ricette, mio figlio lo adora, ma deciderà lui quando sarà più grande: a volte è più salutista di me, mi ricorda che devo preparare le verdure, rifiuta la Coca cola se usciamo a mangiare la pizza, non è un tipo da dolci (beato lui).

Per contrastare l’obesità non c’è altro rimedio che il movimento, anche 30 minuti di passeggiata al giorno. Fa bene anche a livello mentale.

Il digiuno però no, non ci riuscirei. Il dott. Berrino ne parla in maniera entusiastica: le cellule dell’intestino si riformano con solo tre giorni di digiuno. Credo che ci riuscirei solo se venissi rapita e rinchiusa in una tenda nel deserto, costretta a nutrirmi di insetti e serpenti! Però, almeno, avrei sete. Bere è la mia grande fatica, ho sete solamente in estate.

fagioliLe fibre aiutano il nostro sistema immunitario perché mantengono la glicemia bassa e sono protettive per l’apparato digerente, aiutano a prevenire ogni genere di tumore.

Ho fatto una domanda circa gli integratori, ultimamente ce ne sono di ogni tipo: mi chiedo se può arrivarci un aiutino per il sistema immunitario da prebiotici, probiotici, fermenti lattici e compagnia bella. Vedremo se risponderanno alle mie domande in chat. Intanto, se qualcuno di ferrato sull’argomento vuole scrivere nei commenti, ci sarebbe di enorme aiuto. Di sicuro, se si hanno carenze non possiamo aspettare di consumare quintali di un certo alimento: a me, ad esempio, manca la vitamina D e so che viene fissata col sole (meglio quella del ferro che ha un sapore orribile). Eppure mi piace trarre giovamento dai suoi raggi, metto sempre le creme protettive (e anche il dottor Berrino nel video era abbronzato…).😉

L’importante è controllarsi e avere cura del proprio corpo, se stiamo bene pensiamo bene e siamo ottimisti, possiamo correre ai ripari: le cure sono sempre più innovative.

Penso che tutte le esagerazioni facciano male, dobbiamo trovare il giusto equilibrio e, soprattutto, l’equilibrio giusto per noi!

 

 

 

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