la cuoca del presidente

La cuoca del presidente

Ieri sera ho rivisto questo film per la seconda volta. Di solito prediligo le commedie francesi, ricche di colpi di scena e sottintesi. Questa storia, invece, non è spassosa, anzi: seppur con una vena di ironia data dal carattere della protagonista, è impregnata di un’atmosfera nostalgica.

Il bello è che trae ispirazione da un episodio reale: raccontano, in versione romanzata, l’attività della vera cuoca personale  di François Mitterand, tale Danièle Mazet-Delpeuch che fu in carica dal 1988 per due anni.

 

Recensione del film “La cuoca del presidente”

Danièle, la prima donna che fu cuoca personale di un presidente ora ha 79 anni ma nell’attrice, da cui viene impersonificata, si ritrova lo stesso carattere ribelle di allora. Ci dà uno spaccato di come viene considerata la donna professionalmente, purtroppo ancora adesso: la protagonista viene rintracciata quasi per caso ma in cucina non è una novellina. Ha esperienza come insegnante di ricette francesi anche ad ospiti stranieri, dalla luce nei suoi occhi traspare passione in ogni gesto. Chi meglio di lei potrebbe accontentare i desideri culinari del presidente?

Invece Hortense viene proiettata da subito in un ambiente maschilista, una donna sola in mezzo agli squali. Il suo desiderio di riuscire ad adempiere al meglio all’incarico assegnatole, viene interpretato come espressione di un carattere spocchioso.

Solo il giovane pasticciere con cui lavora ogni giorno capirà di che pasta è fatta e verrà ghettizzato a sua volta. Sembra orgogliosa ed acida alla prima impressione ma si tratta di professionalità; è intelligente e fantasiosa, usa tecniche innovative per creare ricette nuove ma genuine, originali ma fatte con ingredienti semplici.

Utilizza ciò che trova di fresco nelle cucine, un po’ come in una gara di Masterchef. Poi pensa di fare cosa gradita viaggiando col treno in lungo e in largo dai fornitori di sua fiducia: i suoi tartufi non hanno eguali e così pure i porcini raccolti dallo zio, il pollame e la selvaggina di allevatori del suo paese…

les savoirs du palais
Les savoirs du Palais

Chi controlla le spese dell’Eliseo considera tale iniziativa ingiustificata, in pochi danno il giusto peso a questa ricerca esagerata della qualità. Sembra apprezzare solo il Presidente che poi sarebbe il vero destinatario delle sue creazioni. Tra loro infatti si capiscono. Lui stesso le dirà che l’entourage rende la vita difficile ad entrambi e che “le avversità sono il pepe che ancora lo tiene in vita”. Chi sta fuori dalla porta interpreta male il genere di rapporto che si è instaurato, la Cucina Centrale la soprannomina perfino la du Barry, come l’ultima contessa che fu la favorita di Luigi XV.

Invidie, sabotaggi e malevoli insinuazioni la porteranno all’esasperazione. Dopo averle chiesto di adattare le ricette alla nuova dieta del presidente, in cui in pratica non andava più bene niente o di dover organizzare il menù molto tempo prima, decide di dare le dimissioni.

Durante lo svolgimento della storia altri spezzoni di film svelano quale sarà il nuovo lavoro: cuoca presso un campo in antartico. In quest’isola, lontano da tutto, tra gli operai, ragazzi semplici e senza pretese, ritroverà lo spirito delle sue creazioni. Sembreranno fuori luogo in questa umile mensa; tanto più i fortunati saranno ben felici di poterle assaporare. La cena d’addio, con una festa a sorpresa, è commovente.

Esperienze positive e negative le sono comunque servite per arrivare ad un nuovo inizio: con i soldi messi da parte potrà aprire una tartufaia in Nuova Zelanda, una terra ancora inesplorata da quel punto di vista. Continuerà ad essere una pioniera, nel suo lavoro come nella vita.

Come food-blogger lo sento come un film motivante: anche lei ha imparato a cucinare dalle donne della famiglia e avendo quattro figli si è messa ai fornelli all’età di 19 anni. Io ho iniziato molto prima ma a quanto pare si è data da fare parecchio e ha capito subito che quando svolgi un lavoro con passione non ci sono limiti alla voglia di imparare e migliorarsi.

Un insegnamento per ciascuno di noi: mai arrendersi e continuare a perseguire i propri obiettivi e le proprie passioni; dall’altro lato non avere preconcetti ed essere più aperti agli altri ed ai cambiamenti.

 

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