Continuando il discorso della montagna…. questa volta siamo in un vero Paradiso incontaminato, praticamente nel Gran Paradiso! E’ un comprensorio della Valle d’Aosta formato da alcune vette tra cui la più alta è appunto quella del Gran Paradiso; qui c’è la possibilità di incontrare molti animali montani, infatti ieri sono riuscita a vedere marmotte e camosci ma non ancora gli stambecchi nonostante l’altezza raggiunta. La missione continua e non desisto, ho in programma una sosta in rifugio ad agosto, chissà che oltre i 3000 m. in orari non frequentati, si riesca ad avvistarli!!
Siamo partiti prestissimo in direzione del rifugio Vittorio Emanuele II. Questo nome è dovuto al fatto che il parco del Gran Paradiso era appunto la sua Riserva di caccia reale.
La macchina si lascia in un grandissimo parcheggio a Pont, alla fine della Valsavarenche; attaccato ad esso c’è un camping, con annesso ristorante, per i fanatici della tenda: non è il mio caso, posso al limite resistere una notte in rifugio solo per il gusto di svegliarmi tra i ghiacciai e per continuare escursioni che altrimenti non avrei mai potuto fare! Vi assicuro che l’esperienza fa apprezzare le cose semplici ed anche un piatto di polenta vi sembrerà una delizia da grande chef!
Già prima di arrivare abbiamo visto sulla riva del ruscello che confina con la strada una mamma-camoscio che portava il suo piccolo ad abbeverarsi, poi dopo poco sul ciglio della strada ecco una marmotta che si affaccia curiosa e fugge via…ed io che pensavo di dover ancora fare chilometri di scarpinata per poterne vedere una! Certo che vederle nel loro ambiente non ha prezzo…
Dall’indicazione del sentiero si parte in piano costeggiando il ruscello poi dopo un ponticello si comincia a salire e da qui è tutta una salita, solo la bellezza del panorama riuscirà a motivare il caparbio escursionista! Sarà che dalla scorsa domenica sono più allenata oppure per il tipo di pietraie più regolari, fatto sta che questa volta ho sentito meno la fatica. Per quanto sia costantemente in salita non ci sono punti pericolosi. Gli scarponi però li raccomando a tutti, non venitevi poi a lamentare con me per storte e cadute! Ci sono poi zone bagnate che può capitare di superare, se ti bagni i piedi è finita; inoltre le temperature sono diverse, per quanto ultimamente anche in montagna siano superiori alla norma. In ogni caso quando arrivi a quasi 3000 m. devi mettere in conto che ci sia un po’ di freddo e bisogna essere attrezzati per ogni cambiamento di tempo repentino. Ieri c’era un cielo stupendo senza nuvole ma è raro in montagna, capita più spesso che si alzi il vento o che le nuvole di passaggio abbassino subito la temperatura di qualche grado, meglio prepararsi i vari strati tra maglia di pile, maglioncino sottile di lana e giacca leggera antivento e antipioggia, 2 o 3 magliette di cotone (ci sono anche di tessuto tecnico che asciugano in fretta). Da non dimenticare borracce d’acqua sufficienti per almeno 2 ore e mezza, al limite si compra al rifugio che è sprovvisto di fontana all’esterno (un vero peccato, l’acqua delle fonti montane è ottima); il cibo al rifugio è vario e molto buono (tipo polenta, spezzatino, pasta..) ma potete scegliere di portarvi dei panini da mangiare attorno al laghetto che si estende ai piedi del rifugio, da qui si contemplano le cime innevate da cui spicca quella dello Ciarforon (3642 m.).
Dopo esserci riposati e rifocillati abbiamo intrapreso la lunga discesa incontrando numerosi Gipeti neri, uccelli simili a falchi, che gracchiavano rincorrendosi tra loro ed abbiamo rivisto le marmotte che durante la nostra salita giocavano nella distesa erbosa sottostante, spingendosi con le zampe anteriori; questa volta invece ce n’era una distesa su una roccia a mo’ di tappetino che prendeva il sole, davvero buffa!
Anche questa volta ce l’abbiamo fatta e la soddisfazione è grande! Spero di tornarci presto, è una zona veramente bella e varia sia come conformazione che come flora e fauna.
Non posso esimermi dall’inserire le foto delle ultime due gite fatte in questo mese di agosto perché sono riuscita a raggiungere mete bellissime ed insperate: i percorsi sono per escursionisti esperti ed il mio allenamento non è dei migliori senza considerare i vari doloretti che mi obbligano a scendere a passo di lumaca; una volta per il male ai piedi e una volta per le fitte al ginocchio… comincio a preoccuparmi visto che ho incontrato delle persone di una certa età con un fisico invidiabile che sembrava non sentissero nemmeno la fatica!
Entrambi i sentieri partono dalla Val Ferret (Courmayeur):
Detto questo credo che la meta che vi prefiggete sia alquanto soggettiva, magari se non volete fare tutto di fretta vi consiglio di dormire nei rifugi così al mattino siete già a buon punto.
Gli scarponi giusti sono basilari, dopo essermi maciullata i piedi ho finalmente preso un numero in più: non bisogna assolutamente toccare in punta nella discesa e con certe pendenze purtroppo succede, anche se al momento di provarli sembravano morbidi e comodi!
Dormire in rifugio è comunque una bella esperienza soprattutto perché si conoscono delle persone semplici e simpatiche! Se avete delle esperienze da raccontarmi ci vediamo sul forum delle gite!
Dove dormire a Courmayeur
Hotel dei Camosci – ci andiamo da tantissimo tempo e possiamo assicurarvi che vi troverete bene sia per le stanze che per il mangiare, il punto forte di questo albergo: c’è un menu fisso ma vario (scelta tra tre primi e tre secondi) e le porzioni sono veramente abbondanti! Il parcheggio è ampio e comodissimo.
Se fate un escursione al mattino avrete un pranzo a sacco più che sufficiente (3 panini a testa, brioche, biscotti, acqua e pure la frutta!).
Ve lo consiglio anche solo come ristorante per provare la vera cucina “rinvigorente” e super saporita della Val d’Aosta.
Bed & Breakfast Funivia – se cercate solo un appoggio per la notte e la prima colazione questo delizioso alberghetto non vi deluderà: le stanze sono veramente carine e arredate con gusto così come due salette a disposizione di tutti, c’è un bel tavolo con camino e tanti libri (dev’essere bello in inverno), tanto legno a dare quel senso di calore che in montagna non deve mancare! La pulizia è ottima e così pure la colazione con brioche, pane fresco, marmellate, nutella e succhi vari. Il parcheggio è grandissimo perché davanti, scendendo delle scalette, si trova quello della ex-funivia.
In ogni caso ci sono tanti posti carini ma non sottovalutate il parcheggio visto che quelli sulla strada sono tutti a pagamento!
Un’altra attrazione che vi consiglio è la nuova funivia del Monte Bianco.