Per i non addetti ai lavori è molto difficile stabilire a priori quante pagine avrà il nostro libro, quanto dovrei pagare un editor, di quante battute è una cartella e…che cosa sia una cartella!

Se state cercando una risposta perché volete sistemare il vostro testo, eliminando refusi, in primis, oppure avere anche un parere professionale sotto il punto di vista della scaletta, del messaggio che volete portare (premessa drammaturgica), delle scene nel loro complesso, se va bene l’atmosfera, l’ambientazione, se ci ci sono errori strutturali, logici, lessicali… Insomma, la revisione di un testo non è solamente “togliere gli errori” altrimenti tutti quelli che sanno utilizzare Word lo farebbero automaticamente.

Non è così facile: un bravo editor entra in profondità e non lascia passare nemmeno la punteggiatura perché è come ascoltare una canzone stonata: le virgole, i punti e gli altri segni semantici rappresentano il ritmo che diamo alla lettura, senza considerare che messi nel posto sbagliato o usati nel modo sbagliato possono dare un senso diverso alla frase!

Vedo troppi manoscritti approssimativi oppure editor che si spacciano per tali, capaci solo di dare una lettura veloce, liquidandoti con un: “Non ci sono errori sostanziali, mi sembra vada bene così…” il che vuol dire mancanza totale di critica o, peggio, che non lo hanno neppure letto! Io mi reputo una scrittrice pignola, ma vi assicuro che un manoscritto va giudicato in modo imparziale da chi non ti conosce e, meglio ancora, da un professionista che conosca le nozioni di narratologia, in grado, quindi, di individuare qualsiasi tipo di errore. Prima di inviare un mio manoscritto alle case editrici sono capace di rileggerlo anche dieci volte, e ogni volta qualcosa si trova. Non più errori di “stampa” o di scrittura, che possono passare per errori grammaticali da parte dell’autore, bensì quelli più subdoli e importanti: un nesso temporale sbagliato, una data anticipata o posticipata, un dettaglio fisico o caratteriale dei personaggi, un nesso logico che non torna, una ripetizione di un concetto già spiegato, un focus poco chiaro, una scena inverosimile…

Ho conseguito l’attestato di editor, ma vi assicuro che questa passione ce l’avevo da tanti anni. Diventare una scrittrice è stato un sogno realizzato, ma anche diventare editor a tutti gli effetti lo è, la passione della scrittura non può scostarsi dalla lettura e da ciò che le ruota intorno.

Molte competenze le possedevo già, eppure mi serviva un certificato per farlo sapere anche agli altri; è per questo che a chiunque abbia un lavoro da sottopormi dico: mettetemi alla prova, mandatemi qualche pagina a titolo gratuito (privati max.2, case editrici max.5). Voglio fare questo lavoro, ho le competenze giuste e sono sicura che vi posso aiutare.

 

Il mio genere è più orientato alla narrativa gialla o noir, ma posso provare anche col romance o fantasy. Diciamo che se un testo è scritto bene, sarà un buon libro a prescindere. Come la cucina: un buon piatto si realizza con gli ingredienti giusti, di ottima qualità e ci vuole il procedimento che esalti la ricetta!

I gusti, in questo caso, vanno accantonati, la visione dell’editor non è la stessa del lettore; deve essere “sopra le righe” (in senso ironico). L’autore non deve sentirsi schiacciato per poter esprimere le sue potenzialità.

Dulcis in fundo inserisco un tariffario, per farvi un’idea. Sembra che non sia “educato” parlare di cifre, quando cercavo risposte nei siti mai una volta che scrivessero quanto bisogna spendere! Sembrano quei negozi che mostrano belle vetrine: ti interessa un abito ma non c’è quel cavolo di cartellino… Io non entro nemmeno! Magari costa troppo, mi sta pure male e mi vorranno abbindolare.  Pretendo chiarezza e la do agli altri. Ci credo che poi nascono fraintendimenti: c’è chi si sente defraudato, chi lavora gratis o con prezzi ridicoli il che richiama gli scribacchini a tempo perso e, in generale, sminuisce l’intera categoria. Da scrittori vorremmo migliorarci con corsi di ogni tipo, però ci sono prezzi esorbitanti, e dipende molto da chi vengono fatti, da cosa insegnano. Sono anche docente di scrittura perché mi è servito molto imparare e condividere a mia volta senza pretendere più di quello che posso offrire.

 

Il discorso vale sia per gli scrittori sia per chi lavora nell’editoria: ci sono Case editrici a pagamento che non dicono di esserlo ma, una volta che stampano il libro, richiedono contributi secondari (copie da comprare, pubblicità, presentazioni o stand fieristici a pagamento), lavori di editing per poter pubblicare. Sappiate che, se scrivi bene, chi guadagnerà di più sarà, appunto, la tua CE, che è come un’azienda che ti assume come dipendente.  Per il tuo lavoro, qualsiasi esso sia, devi essere pagato, NON devi pagare.

C’è chi pubblica in self e deve necessariamente pagare le copie (anche solo una per permettere la pubblicazione) oppure, se vuole un testo di qualità, sborsare qualcosa per l’editing. Ci sono agenzie e case editrici, nonché professionisti freelance che offrono questi servizi e lo dichiarano: qui sta l’onestà, appunto, nella scelta. Vuoi pubblicare per forza e non hai tempo o la pazienza di aspettare una risposta concreta? Puoi scegliere questa strada e posso supportarti al meglio.

Un consiglio per chi non ha esperienza in merito: ci sono troppe persone che pensano di avere una storia davvero originale da raccontare, ma che non sanno proprio scrivere. Se vuoi fissare un racconto (guarda caso spesso si tratta di autobiografia) per amici e parenti questo è un conto, se, invece, lo fai per diventare famoso e vendere milioni di copie sappi che il percorso dello scrittore è arduo: si parte in perdita, bisogna avere motivazione, saper usare gli strumenti per non tediare il povero lettore! Altrimenti ci sono altri lavori che non includono lo scrivere: se hai un film nella testa puoi fare il regista o lo sceneggiatore, se non sei portato a renderlo su pellicola non fare anche l’attore! Lo stesso per l’artista: avrei tanti quadri da dipingere ma non ho imparato a usare bene i pennelli, a volte lo faccio per divertimento, altrimenti dovrei fare un corso, mi sembra ovvio.

Pensano di affidarsi a qualcuno per farlo. Diciamo che un minimo di “teoria” a priori ci vuole sempre. Un altro esempio: avere voglia di scolpire una statua con il materiale che si trova per strada. Cosa può accadere? Inizi senza un progetto e la forma che dai alla pietra non coincide con l’idea. Pensi che, incontrando un Leonardo da Vinci, risolverai l’errore? Hai dato una martellata profonda e il viso non avrà mai i tratti immaginati? Il ghostwriter farà un buon lavoro, ma sarà opera sua. Se trovi un maestro in fase di bozza puoi avere delle chances, considerando che è la prima volta che maneggi uno scalpello! Gli strumenti della scrittura sono la stessa cosa, parimenti necessari, e non importa se le parole si imprimono nella carta. Devi avere un maestro, così come ne ho avuti io (corsi fatti e libri letti) per darti sicurezza. Perché tutti i grandi artisti sono stati “a bottega”? Non sono nati bravissimi, lo sono diventati con l’allenamento. Il talento è predisposizione. Il risultato è impegno.

Tariffario per editing completo

Per calcolare una cartella si divide il numero delle battute spazi inclusi per 18oo e ancora non si avrà un numero corretto di pagine stampate perché quello dipende dal carattere usato e dall’impaginazione della casa editrice. Per questo il lavoro dell’editor non tiene conto delle “pagine”: le battute, cioè i caratteri singoli che compongono le parole, rimangono invariati rispetto al font e al formato, perciò sono il valore più giusto per la conversione. L’editing di un libro stampato di circa 200 pagine ha sulle 300.000 battute spazi inclusi, ma la cifra è elastica, quel “circa” fa differenza: va dai 180,00 alle 200,oo euro per cui, prima di procedere, si consiglia l’approvazione di un preventivo.

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